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24 ottobre 2006

Replica dell' A.M.A.M.I.


Non si fa attendere la replica ai dati riportati da alcuni quotidiani nazionali (che io ho semplicemente riportato):

L' Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente (A.M.A.M.I.) ha denunciato alla Procura della Repubblica chi ha diffuso i dati sulle morti per errore medico: “Apprendiamo con sconcerto ed incredulità che, ancora una volta, testate giornalistiche nazionali riprendono e diffondono cifre false, riguardo il tema della sospetta malasanità italiana. Il dato, infatti, dei 90 morti al giorno per errori sanitari non solo è falso, ma non ha alcuna provenienza scientifica o statisticamente attendibile. E’ per questo motivo che oggi mi recherò presso l’autorita’ giudiziaria per querelare gli autori del procurato allarme ottenuto con la diffusione di notizie false. Questi dati non derivano da un Osservatorio italiano ufficiale del fenomeno, che non esiste, non provengono dai Tribunali o Procure della Repubblica, che non ne dispongono Come medico e come rappresentante di una associazione no profit che oggi conta 35.000 associati ed ha come unica mission quella di contrastare le denuncie infondate di malpractice per recuperare e proteggere il rapporto medico - paziente, sento il dovere di contestare e rettificare quanto sia lesivo per tutta la classe medica, basato su dati esclusivamente frutto di fantasia, chiaramente non accertati e sicuramente allarmistici”. E’ il commento di Maurizio Maggiorotti, presidente dell’Amami, l’Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente in replica alle affermazioni provenienti da un convegno svoltosi a Milano e riprese dai media nazionali. “Prendendo per vero il dato, oggi riportato, dei 90 morti al giorno per errori sanitari dovremmo estendere il calcolo in proiezione annuale ed ottenere la cifra di 32.850 decessi causati da errori medici che rappresenta un bilancio di vittime assimilabile ad un conflitto di media portata. Sicuramente errori umani esistono – aggiunge Maggiorotti - vanno prevenuti e combattuti, ma non si può continuare a fare cattiva informazione con titoli scandalistici e sensazionalisti che arrecano danno sia alla classe medica che ai cittadini. C’è bisogno di chiarezza e serenità nell’informazione sanitaria e certamente queste cifre non ne offrono.”


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