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21 novembre 2007

Clima mondiale, siamo alla frutta


Secondo i dati forniti dal rapporto 2007 dell'Ipcc il riscaldamento del clima terrestre globale è inequivocabile, come comprovato dall'aumento temperatura globale atmosferica ed oceanica, dallo scioglimento esteso di neve e ghiacci e dall'innalzamento livello globale medio dei mari.

L'Ipcc (Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici) è l'organismo ufficiale che fornisce l'informazione scientifica per le deliberazioni della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfccc). Ecco i dati principali del rapporto Ipcc 2007, al quale hanno lavorato per sei anni 800 autori e 2500 revisori. Tre i volumi più uno di sintesi in quattro tappe: stato del clima, impatto, mitigazione e sintesi finale.

L'aumento della temperatura media globale dalla metà del XX secolo è con una probabilità tra il 90 e il 95% dovuto all'aumento della concentrazione atmosferica globale dei gas ad effetto serra di origine umana. Tra le tendenze a lungo termine dal 1900 al 2005 in ampie aree del pianeta: aumenti precipitazioni nelle aree orientali dell'America settentrionale e meridionale, nell'Europa settentrionale e nell'Asia settentrionale e centrale, siccità più intense nel Sahel, nel Mediterraneo, nell'Africa meridionale ed in alcune aree dell'Asia meridionale. Ondate migratorie di milioni di persone che soffriranno sete e fame, estinzione del 30% delle specie animali e vegetali, riduzione di circa il 70% dei grandi ghiacciai, mentre epidemie come la malaria si estenderanno anche a zone non tropicali e aumento del rischio di mortalità legato al caldo.

In Europa fra pochi decenni, per l'innalzamento dei mari, potrebbero scomparire città come Venezia e interi Stati come i Paesi Bassi. Nell'Europa centrale aumenteranno ondate di calore, con diminuzione delle piogge estive: per 44 milioni di persone del Vecchio Continente ci potrebbe essere una concreta emergenza acqua nel 2070. In Africa entro il 2020 si troveranno a combattere con la penuria d'acqua tra i 75 e i 250 milioni di persone, mentre entro il 2050 in Asia più di un miliardo di persone soffriranno per problemi di acqua. A metà del secolo in Sudamerica la foresta tropicale dell'Amazzonia si sarà trasformata in savana, con l'estinzione di molte specie animali e vegetali. In Nordamerica il problema principale sarà quello di incendi boschivi e ondate di calore, mentre in Oceania entro il 2030 ci saranno problemi d'acqua per i consumi e per l'agricoltura anche nell'Australia del Sud e dell'est e in Nuova Zelanda.

I prossimi 20-30 anni saranno cruciali per il Pianeta, che dovrà ridurre a partire dal 2015 le emissioni di gas serra per contenere l'aumento di temperatura intorno a 2-2,4 gradi. Fermare l'emergenza clima costa lo 0,12% l'anno del Pil mondiale, utilizzando le tecnologie attuali. Energia, forestazione, edilizia, trasporti i capitoli principali di intervento.

fonte: Clandestinoweb.com


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