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23 marzo 2010

Come ridurre le tasse e la pressione fiscale con il bonus malus


In Italia la tassazione sui redditi è a livelli altissimi. La pressione fiscale è arrivata ad oltre il 43% e questo è intollerabile, considerato che la media europea viaggia intorno al 37%. Tanto per cominciare, leggetevi questo articolo per farvi una breve idea sulla situazione italiana e capire l'anomalia del nostro paese.


Sto parlando di questo perché in questi giorni mi è venuta in mente una possibile soluzione per cercare di diminuire l'evasione fiscale in Italia: proprio come è stato fatto per la patente di guida, bisognerebbe introdurre una fiscalità a punti, con relative classi bonus-malus. Mi spiego meglio.

Il governo dovrebbe promettere un abbattimento dell'aliquota dell'1% ogni anno (fino al raggiungimento, perlomeno, della media europea) a tutti i lavoratori e alle aziende, purché quel soggetto non sia incorso durante l'anno in una sanzione per evasione fiscale accertata uguale o maggiore del 10% del fatturato annuo.
Se così fosse, non solo dovrebbe pagare la relativa multa, ma l'anno successivo la sua aliquota salirebbe di 5 punti percentuali. In pratica gli ci vorrebbero 5 anni di "buona condotta" per tornare all'aliquota di partenza, scalando un 1% ogni anno. Ovviamente dovrebbe esserci un controllo maggiore verso chi è già stato "beccato" da parte della Finanza, in modo che nessuno voglia correre il rischio che la sua aliquota continui a salire anziché a scendere.


Facciamo un esempio pratico e semplificato: un lavoratore autonomo che dichiara ogni anno 100.000 euro lordi al fisco e ne guadagna ulteriori 50.000 al nero, con una tassazione al 43%.
Abbiamo 3 ipotesi: che decida di rischiare e gli vada bene, che venga beccato una volta dalla Finanza e che smetta di evadere. il calcolo si basa su un periodo di 6 anni.

Come si nota dalla tabella in fondo, nel primo caso la somma delle sue tasse sarà di 243.000 euro. Quindi in tasca alla fine dei 6 anni gli entreranno 657.000 euro netti.


Nel secondo caso, ammettiamo che venga "pizzicato" dalla GdF al secondo anno e che, dal terzo anno, per paura di essere "beccato" nuovamente, riduca il "nero" dell' 80%, dichiarando 140.000 lordi annui.
La situazione sarà la seguente: 364.800 euro di tasse (compresa una multa per evasione di 25.000 euro). Dal terzo anno scatta un'aliquota maggiorata di 5 punti, il che significa che dopo 6 anni avrà guadagnato 535.200 euro netti.


Nella terza ipotesi, con l'evasione fiscale pari a 0, avremo la seguente tassazione: 364.500 euro. E dunque il profitto, alla fine, sarà di 535.500 euro netti.


Come si può notare, dopo 6 anni il lavoratore che è in regola con il fisco andrebbe a guadagnare di più di colui che ha fatto il furbo ed è stato scoperto almeno una volta dall'Agenzia delle Entrate.
Ovviamente si tratta di un'ipotesi molto semplificata, ma che punta a far capire al lavoratore come sia più conveniente dichiarare tutto per ottenere benefici fiscali nel lungo termine e non vivere nel terrore di vedersi aumentare improvvisamente l'aliquota di 5 punti per colpa di qualche fattura non emessa.

Voi che ne pensate? Potrebbe funzionare un sistema del genere o è pura utopia?




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5 commenti:

kermitilrospo ha detto...
 

una bella utopia..... purtroppo viviamo ancora in Italia.

Giuseppe Nicosia ha detto...
 

Resterà una pura utopia se non ci saranno controlli efficaci. Ma dal lato dei controlli mi pare che non ci sia la minima buona volontà in Italia

Anonimo ha detto...
 

Mi perdoni, ma si tratta di una corbelleria.
Probabilmente Lei non ha molta dimestichezza con il nostro sistema fiscale.

1) I controlli fiscali si concludono SEMPRE con una contestazione di evasione e/o violazione delle norme fiscali, a prescindere, come direbbe Totò.
I controllori DEBBONO sempre trovare qualcosa, quindi verrebbe castigato sempre anche chi ha cercato scrupolosamente di attenersi alla legge. Becco e bastonato quindi.

2) E se la contestazione di evasione fosse infondata ? Mi creda che è molto più frequente di quanto non si pensi.
Il malus da Lei descritto scatterebbe automaticamente per gli anni successivi e si sommerebbe alle sanzioni e agli interessi per l'imposta evasa. L'imprenditore e/o il lavoratore autonomo verrebbe finanziariamente strangolato. Salvo poi accorgersi a distanza di una decina di anni, dopo un calvario giudiziario, che non vi era nessuna evasione.
Il malus indebitamente riscosso dallo stato dovrebbe essere restituito a fronte di apposita istanza di rimborso, che verrebbe esaminata ed eseguita dopo anni, sempre che siano stati stanziati i fondi nel bilancio statale.
Se tutto va bene si rivedrebbero i propri soldi dopo 15/20 anni e senza rivalutazione per l'inflazione. Nel frattempo l'imprenditore è fallito e/o morto.
Le intenzioni sono sempre lodevoli, peccato che il diavolo sta nei dettagli.
Ad

Anonimo ha detto...
 

basterebbe concedere a tutti operai compresi di
poter dedurre dal propio 730 o modello unico tutti gli scontrini e rivevute fiscali anche del
solo 0.5% e vedrai che tutti vorebbero lo scontrino anche per un misero cafe'.
questa e' la mia proposta.

Anonimo ha detto...
 

nelli

Non loso da dove si e tiratto fuori 100.000€ per un autonomo/anuo purche la "LEGE" dice che chi supera 14.000€/anuo e sogetto all aumento tanto aumento ma tanto aumento e chi a fatturatto 30.000€/anuo deve pagare 19.000€ allo statto. guardate non vedo come si puo andare avanti con la rimanenza da pensare che sonno ancora sia le spese che la FAMIGLIA grazie per gli consigli di sopra con le tabele e altro .


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