Che cosa è il rimpianto? La Treccani riporta come definizione "Ricordo nostalgico e dolente di persone o cose perdute, o di occasioni mancate".
E' naturale che all'avvicinarsi della morte, per sopraggiunti limiti di età o per problemi di salute, l'essere umano sia colto da tutta una serie di rimpianti, perché voltandosi indietro si accorge di aver trascorso la propria vita diversamente da come oggi avrebbe voluto.
La blogger australiana Bronnie Ware, cantante folk e assistente ai malati terminali, ha domandato e raccolto in un libro i maggiori rimpianti di queste sfortunate persone, dopo averle assistite nelle loro ultime settimane di vita, e si è accorta che in fin dei conti il rammarico è riassumibile in sole cinque risposte:
- Mi sarebbe piaciuto di avere il coraggio di vivere una vita vera per me stesso, non la vita che gli altri si aspettavano da me. In poche parole, bisognerebbe continuare a realizzare i propri sogni.
- Non avrei voluto lavorare tanto. Il lavoro è la nuova, crudele divinità. In cambio di un po' di soldi e carriera, si rinuncia agli affetti del partner e dei figli.
- Avrei voluto avere più coraggio nell'esprimere i miei sentimenti. L'autenticità si perde da bambini.
- Mi sarebbe piaciuto restare in contatto con i miei amici.
- Avrei voluto concedere a me stesso la possibilità di essere felice.
Che dire? Difficile non essere d'accordo, ma in questa società sempre più omologata e consumistica forse è ancora più dura, ma è doveroso provarci, trovare la forza ed il coraggio di uscire dalla massa per non commettere errori che, prima o poi, rimpiangeremo amaramente.
Fonte parziale: La Stampa
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