In Italia la tassazione sui redditi è a livelli altissimi. La pressione fiscale è arrivata ad oltre il 43% e questo è intollerabile, considerato che la media europea viaggia intorno al 37%. Tanto per cominciare, leggetevi questo articolo per farvi una breve idea sulla situazione italiana e capire l'anomalia del nostro paese.
Sto parlando di questo perché in questi giorni mi è venuta in mente una possibile soluzione per cercare di diminuire l'evasione fiscale in Italia: proprio come è stato fatto per la patente di guida, bisognerebbe introdurre una fiscalità a punti, con relative classi bonus-malus. Mi spiego meglio.
Il governo dovrebbe promettere un abbattimento dell'aliquota dell'1% ogni anno (fino al raggiungimento, perlomeno, della media europea) a tutti i lavoratori e alle aziende, purché quel soggetto non sia incorso durante l'anno in una sanzione per evasione fiscale accertata uguale o maggiore del 10% del fatturato annuo.
Se così fosse, non solo dovrebbe pagare la relativa multa, ma l'anno successivo la sua aliquota salirebbe di 5 punti percentuali. In pratica gli ci vorrebbero 5 anni di "buona condotta" per tornare all'aliquota di partenza, scalando un 1% ogni anno. Ovviamente dovrebbe esserci un controllo maggiore verso chi è già stato "beccato" da parte della Finanza, in modo che nessuno voglia correre il rischio che la sua aliquota continui a salire anziché a scendere.
Facciamo un esempio pratico e semplificato: un lavoratore autonomo che dichiara ogni anno 100.000 euro lordi al fisco e ne guadagna ulteriori 50.000 al nero, con una tassazione al 43%.
Abbiamo 3 ipotesi: che decida di rischiare e gli vada bene, che venga beccato una volta dalla Finanza e che smetta di evadere. il calcolo si basa su un periodo di 6 anni.
Come si nota dalla tabella in fondo, nel primo caso la somma delle sue tasse sarà di 243.000 euro. Quindi in tasca alla fine dei 6 anni gli entreranno 657.000 euro netti.
Nel secondo caso, ammettiamo che venga "pizzicato" dalla GdF al secondo anno e che, dal terzo anno, per paura di essere "beccato" nuovamente, riduca il "nero" dell' 80%, dichiarando 140.000 lordi annui.
La situazione sarà la seguente: 364.800 euro di tasse (compresa una multa per evasione di 25.000 euro). Dal terzo anno scatta un'aliquota maggiorata di 5 punti, il che significa che dopo 6 anni avrà guadagnato 535.200 euro netti.
Nella terza ipotesi, con l'evasione fiscale pari a 0, avremo la seguente tassazione: 364.500 euro. E dunque il profitto, alla fine, sarà di 535.500 euro netti.
Come si può notare, dopo 6 anni il lavoratore che è in regola con il fisco andrebbe a guadagnare di più di colui che ha fatto il furbo ed è stato scoperto almeno una volta dall'Agenzia delle Entrate.
Ovviamente si tratta di un'ipotesi molto semplificata, ma che punta a far capire al lavoratore come sia più conveniente dichiarare tutto per ottenere benefici fiscali nel lungo termine e non vivere nel terrore di vedersi aumentare improvvisamente l'aliquota di 5 punti per colpa di qualche fattura non emessa.
Voi che ne pensate? Potrebbe funzionare un sistema del genere o è pura utopia?
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