A pochi giorni dall'umiliante eliminazione della Nazionale Italiana di Calcio ai mondiali di Sudafrica 2010, finalmente posso dire la mia senza la paura di essere influenzato dalla rabbia del momento.
In uno dei primi articoli di questo blog, già quattro anni fa commentai positivamente l'addio di Marcello Lippi alla Nazionale. A distanza di 48 mesi posso dire che non mi ero sbagliato, così come avevo pronosticato 20 giorni fa che questa squadra forse non avrebbe superato neanche il primo turno (ho molti testimoni che possono confermare).
D'altra parte, cosa si può sperare da una rosa che non presenta tra le sue fila neppure un fantasista? Un Totti, un Cassano, un Del Piero, uno che possa inventare la giocata risolutiva nel momento del bisogno. Si è visto contro la Slovacchia come il povero Pirlo, che non è un fantasista puro ma almeno sa usare il cervello, pur avendo solo una gamba, abbia cambiato tardivamente il volto della gara.
E che dire di Pepe, Marchisio e Criscito? Mediocri giocatori da squadra italiana di metà classifica, mentre Totti, Perrotta e Grosso erano di un altro spessore. Se aggiungiamo che Cannavaro, Zambrotta, Gattuso e Camoranesi hanno 4 anni in più rispetto a Berlino 2006 e che Lippi ha avuto la presunzione di poter fare arditi esperimenti tattici ad un Mondiale, beh, il finale era inevitabile.
Urge un ricambio generazionale, ma vedendo ciò che offre il campionato italiano, Prandelli avrà molto da lavorare.
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