La parità tra i sessi? Dipende su cosa.
Il problema dell'emancipazione femminile è stato spesso affrontato ma mai risolto del tutto.
Prendo questo articolo tratto da Italia.gov.it:
"Il bel paese ha mantenuto a lungo una visione piuttosto arretrata dei ruoli della donna. Madre, sposa, custode della casa ed educatrice dei figli: a lungo questi sono stati gli unici abiti in cui si è potuta calare la donna italiana. Ma alcune tappe della nostra storia restano degne di nota.
A partire dal 1907 quando entra in vigore la prima legge sulla tutela del lavoro femminile e minorile. Lo stesso anno viene rilasciata per la prima volta la patente di guida a una donna, la torinese Ernestina Prola. L’anno successivo, il 1908, viene fondata l'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che cerca di opporsi alla laicizzazione della scuola e di promuovere la cultura femminile. I movimenti cattolici avranno un gran peso nella storia dell’Italia, ma anche sul fronte laico c’è una forte mobilitazione in favore delle donne.
Nel 1931 il Fascismo abolisce tutte le associazioni cattoliche e diverse associazioni laiche. Ma di lì a poco scoppierà la seconda guerra mondiale che, assai più della prima, porterà la donna a occupare anche posti di grande responsabilità civile considerati fino a quel momento soltanto “maschili”. Basti ricordare il grande apporto dato dalle donne nella Resistenza. Finita la guerra, in Italia si tiene il referendum per decidere tra “repubblica” e “monarchia” e finalmente anche in Italia (1946) dopo Svezia (1866), Finlandia (1906), Norvegia (1909), Danimarca (1915), U.R.S.S. (1917), Inghilterra (1918), Stati Uniti (1920) e Francia (1945) viene riconosciuto alle donne il diritto di voto. Altro importante traguardo viene raggiunto nel 1950, anno di emanazione della prima legge che garantisce la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre.
Anche in Italia le donne cominciano a ricoprire compiti prima riservati esclusivamente agli uomini: nel 1959 nasce il Corpo di Polizia femminile e nel 1961 le donne possono intraprendere la carriera della magistratura e della diplomazia. Altra legge a favore delle donne è emanata nel 1963, quando alle casalinghe viene riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità e vecchiaia. Dopo gli anni ’60, anche nel nostro paese, le donne iniziano ad assumere incarichi politici: nel 1976 per la prima volta una donna, la democristiana Tina Anselmi, assume la carica di Ministro e nel 1979 Leonilde Jotti viene eletta presidente della Camera dei Deputati. Dagli anni ’80 in poi le tappe dell'emancipazione femminile si susseguono una dietro l'altra.
Il ruolo della donna è, ormai, giunto ad avere un pieno riconoscimento in tutte le società occidentali.
Le donne hanno fatto passi da gigante ma forse ci sono distanze che è difficile colmare; se si guarda alla storia si scopre che la festa della donna è molto più di un ramo di mimosa, se si guarda il mondo di oggi si scopre che forse c’è ancora qualche motivo per ricordarsi dell’8 marzo."
Le donne hanno chiesto la parità tra i sessi e, piano piano, l'hanno ottenuta.
Ma allora mi chiedo: visto che l'aspettativa di vita in Italia è di 82 anni per le donne e 76 per gli uomini, per quale motivo la donna può andare in pensione a 60 anni (e quindi godere di, in media, 22 anni di erogazioni da parte dell'Inps), mentre l'uomo deve avere almeno 65 anni, per poi percepire la pensione per un periodo, in media, di 11 anni ? (la metà esatta delle donne).
Credo che forse sarebbe necessario rivedere un po' questi limiti, sicuramente troppo penalizzanti per l'uomo, cercando di assottigliare questa differenza.
O la parità dei sessi esiste solo quando fa comodo?
A proposito di pensione, ecco un tool per il calcolo della pensione on line.
14 giugno 2006
La parita' tra i sessi ? Solo quando fa comodo !
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4 commenti:
Finalmente qualcuno che accenna a questo argomento ! Grande !
E' lungo tempo che mi domando e dico: "... ma se la mattina mi sveglio preparo la colazione, stiro l'abbigliamento, rassettata alla casa veloce, vado al lavoro, torno e faccio la spesa o cucino, lancio una lavatrice e ritiro gli altri panni, carico la lavatrice , accudisco ed allora vado anch'io in pensione a 60 anni o anche loro andranno in pensione a 65 anni?
So che è un pochino fuori tema, ma come mai questa corsa a chi spara la percentuale più elevata sulle quote rosa? E' un gioco sporco della politica che vuole che le donne votino. Non è giusto che si debbano riservare dei posti alle donne solo perchè sono donne. La democrazia ci insegna che le persone si candidano e in base ai voti che ottengono vengono elette non perchè sono privilegiati.
Onestamente non so come funzioni la cosa negli altri paesi d'Europa e del mondo, ma in Italia l'assurdità delle quote rosa prima o poi farà sì che, alle amministrative per esempio, una lista composta di soli candidati uomini non sia ammissibile -- mentre una composta di sole candidate donne, sì.
Italia di idioti, paese di Tafazzi.
grande
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