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19 ottobre 2011

Risparmiare al supermercato con le Private Labels


Private Label Italia, significato, come risparmiare al supermercatoSapete che cos'è una Private Label? Probabilmente il nome non vi dice nulla, ma ogni volta che andate a fare la spesa al supermercato i vostri occhi ne vedono a centinaia e di certo alcuni di questi prodotti finiscono nel vostro carrello.


Le Private Labels sono gli articoli in vendita con il logo del supermercato, come ad esempio i prodotti a marchio Coop (o Moneta che Ride), Esselunga (o Fidel), Carrefour, Auchan, Conad, Panorama, eccetera. Ormai se ne contano a migliaia ed il loro numero è in costante aumento così come i dati sulle vendite, dato che questi prodotti costano mediamente tra il 20% ed il 50% in meno ed in tempo di crisi si cerca di risparmiare su tutto.


Il luogo comune su questi articoli è che ad un prezzo nettamente più basso corrisponda necessariamente una qualità inferiore, ma per fortuna questo non è quasi mai vero e vi spiego perché.
Innanzitutto su questi prodotti il consumatore finale non paga i costi di pubblicità, che possono arrivare anche al 50% del prezzo di vendita. Inoltre, basta dare un'occhiata all'etichetta per rendersi conto di come stanno le cose: quasi sempre gli stabilimenti di produzione sono gli stessi da cui escono marchi ben più noti.
Qualcuno obietterà dicendo che sulle Private Labels si utilizzano materie prime più scadenti, ma spesso confrontando gli ingredienti e le tabelle nutrizionali ci si accorge che le differenze sono inesistenti o minime.


Qualche esempio concreto? Il gelato Esselunga è prodotto da Sammontana, il riso Carnaroli Coop e quello Scotti escono dallo stesso stabilimento, così come la polpa di pomodoro Esselunga e quella Santa Rosa o il succo di frutta Esselunga e quello Santal. Ovviamente di situazioni analoghe ce ne sono a centinaia, basta avere la pazienza di leggere le etichette.


Chi ci guadagna? Sicuramente il consumatore finale, che paga meno, ed il supermarket, che fidelizza il cliente ed ha margini più alti su questi prodotti. Chi ci rimette? E' probabile che le grandi marche riescano comunque a mantenere la loro fetta di mercato, mentre i piccoli e medi produttori si trovano a competere aspramente con le Private Labels, le quali, come è logico, hanno un trattamento di favore in termini di visibilità e promozione all'interno del supermercato di competenza.


Ti ringrazio anticipatamente se condividerai l'articolo su Google+, Facebook o Twitter. Se preferisci, puoi anche linkare il post dal tuo blog o sito web.


2 commenti:

L'economa domestica ha detto...
 

In Italia c'è una certa resistenza psicologica sulle private labels, che infatti hanno una fetta di mercato pari all'otto/10 per cento rispetto al venticinque per cento della Gran Bretagna (ad esempio). Io mi ci trovo benissimo.

Riccardo ha detto...
 

Grazie per l'informazione aggiuntiva, speriamo che anche qua si possano raggiungere le stesse percentuali della Gran Bretagna.

ciao


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